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domenica 15 marzo 2009

Il mercato del nostro cuore

Ed è un mercato che scandalizza ancor più il Signore Gesù perché il cuore è il vero tempio che Dio vuole abitare. Tale mercato riguarda il modo di concepire e di condurre la vita. Quante volte la vita viene ridotta ad una lunga ed avara compra-vendita, senza più la gratuità dell'amore!
Quante volte dobbiamo constatare, a partire da noi stessi, il rarefarsi della gratuità, della generosità, della benevolenza, della misericordia, del perdono, della grazia! La ferrea legge dell'interesse personale, o di gruppo, o di nazione, sembra presiedere inesorabilmente la vita degli uomini. Tutti, chi più chi meno, siamo impegnati a trafficare per noi stessi e per il nostro guadagno; e non badiamo se da tale pratica crescono le erbe velenose dell'arroganza, dell'insaziabilità e della voracità. Quel che conta e quel che vale è il proprio personale guadagno; a qualsiasi prezzo.

Anche la messa, o anche più in generale la religione che si pratica da molti cristiani, è davvero sempre un culto puro, disinteressato, occasione di adorazione, di lode e di ringraziamento a Dio? O non piuttosto spesso solo rito magico...! Un mercanteggiare con Dio? Non che non ci voglia la preghiera di intercessione e di richiesta d'aiuto; il cristianesimo è "salvezza", cioè coscienza di un limite e di una insufficienza. Ma Gesù ci ha insegnato a non pensare a Dio come al tappabuchi dei nostri guai; a Satana che nel deserto lo tentava di miracolismo rispose:

Il male e peccato, l'orgoglio e l'egoismo, cercano tutti i modi per ostacolare l'invadenza dell'amore nella vita del mondo. Eppure è proprio nell'accogliere l'amore del Signore che noi troviamo la salvezza. E' più che mai necessario lasciarci sferzare dal Vangelo per essere liberati dalla legge del mercato,ed entrare così nel tempio dell'amore che è Gesù stesso.

Anche noi dobbiamo cacciare i mercanti dal tempio: rifiutare tutte quelle forme di religiosità che sono, più o meno apertamente, un modo per aprire con Dio un conto di dare e avere. È tipica della religiosità naturale l'idea del contratto, del dare qualcosa a Dio per avere in cambio il suo favore. Si vede Dio come un potente di questo mondo che vuole essere servito, che ha bisogno del mio sacrificio. Dio allora è strumentalizzato, messo a servizio del mio progetto;
solo che per riuscire a fare questo devo sottomettermi, cedere qualcosa.
La liturgia quaresimale ci invita a cacciare i mercanti dal tempio: in Gesù tutto questo è abolito. In lui siamo amati gratuitamente e possiamo rinunciare ai nostri dannati calcoli - sempre continuamente rinascenti sotto forme nuove e inaspettate - per rispondere con la libertà dell'amore.

Qunram-net

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